mercoledì 29 settembre 2010

Yavanna alla festa del racconto

www.festadelracconto.it
Niccolò Ammaniti, Alessandro Baricco e Don Gallo
alla Festa del Racconto di Carpi

Le voci vive della cultura e della società italiana alla tre giorni carpigiana dedicata alla narrazione

La quinta edizione della Festa del Racconto di Carpi, associata al Premio Nazionale per la narrativa breve Arturo Loria, si colora di nuove tonalità.
Organizzata dalla Biblioteca Multimediale Arturo Loria, l’Assessorato alle Politiche Culturali con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, la manifestazione si tingerà di musica, teatro, cinema e ovviamente, letteratura: questi gli ingredienti di un appuntamento che, crescendo di anno in anno, ha saputo guadagnarsi l’affetto di un pubblico sempre più numeroso ed appassionato, proveniente da ogni parte d’Italia.
L’edizione di quest’anno è arrivata a poter offrire una quarantina di eventi, scanditi dalle varie Poltrone Narranti: i tradizionali palcoscenici dai quali si racconteranno storie e si incoraggeranno dibattiti, come solo la letteratura riesce a fare.

Un’importante novità è la partecipazione dei comuni di Novi e Soliera. In quest’ultimo si terrà l’anteprima della manifestazione, giovedì 30 settembre: la Festa del racconto si aprirà infatti con un omaggio a J.R.R. Tolkien, conosciuto come il padre della narrativa fantasy moderna. Letture e musica con l’attore Stefano Cenci, accompagnato dalle note di Padre Gutièrrez e alle 21.00, le YAVANNA, finaliste del programma televisivo di talenti musicali X Factor, terranno il loro concerto, ispirandosi alla musica celtica e al meraviglioso e fantastico mondo creato dall’autore de Il Signore degli anelli. A Rovereto di Novi saranno invece chiuse le danze domenica 3 ottobre alle ore 21.00, momento in cui Paolo Migone, il celebre comico della trasmissione televisiva Zelig, leggerà un corrosivo racconto di David Foster Wallace.

Durante le tre giornate, dall’uno al tre di ottobre, per le vie e le piazze, i caffè e le dimore storiche del suggestivo centro di Carpi, si alterneranno, solo per citarne alcuni: Niccolò Ammaniti, a cui sarà assegnato il Premio Loria 2010 per la sezione editi, Fabio Geda, che insieme all’afghano Enaiatollah Akbari racconterà la genesi dell’affascinante romanzo Nel mare ci sono i coccodrilli, tratto dalla storia vera del tormentato viaggio di quest’ultimo, durato cinque anni, dall’Afghanistan all’Italia, un grande nome della letteratura italiana come Rosetta Loy, Iaia Forte, con uno spettacolo teatrale sulle poesie di Alda Merini, due grandi registi come Antonio Capuano e Susanna Nicchiarelli, e ancora Alessandro Baricco, Piero Dorfles e Don Andrea Gallo.

Questi sono solo alcuni dei narratori, intellettuali e artisti che parteciperanno ad una manifestazione il cui cuore resta il rapporto con il pubblico, e il tentativo di eliminare la distanza tra chi produce cultura e chi ne fruisce, cercando di creare un’atmosfera festosa nella quale, pur discutendo e confrontandosi sulle questioni più importanti ed attuali, non si cada nella seriosità ingessata che spesso allontana, più che avvicinare, il pubblico e la letteratura.

Tra gli argomenti trattati storia, integrazione, rapporto con la natura, spiritualità, poesia, giovane narrativa emergente, fumetto con la partecipazione di Gipi, artista noto per le sue illustrazioni al saggio di Alessandro Baricco I Barbari e la mostra del disegnatore Simone Massi, oltre a laboratori di scrittura letteraria e sceneggiatura cinematografica, teatro di strada e gruppi di lettura.

martedì 28 settembre 2010

Torino Spiritualità 2010


Matthieu Ricard | Allenarsi alla felicità

L’edizione 2010 di Torino Spiritualità comincia con un incontro sorprendente, quello con Matthieu Ricard, ex biologo molecolare francese, maestro del buddhismo tibetano.
Nel cortile di Palazzo Carignano, davanti a un pubblico numerosissimo e attento, Ricard ha infatti discusso di argomenti quanto mai eterei e sfuggenti, quali l'altruismo e la felicità, seguendo un approccio rigorosamente scientifico, demolendo uno alla volta alcuni dei più radicati pregiudizi della cultura occidentale contemporanea.
Se si afferma che la felicità si ottiene perseguendo ciascuno i propri obiettivi, sostiene Ricard, si nega la realtà della nostra vita sociale, fondata sulla necessità dell'altro, sul bisogno che ognuno di noi ha di legarsi ad altre persone. L'egoismo consiste nel pensare continuamente a se stessi in uno stato di perenne insoddisfazione, e questo, ovviamente, non può in nessun caso coincidere con la felicità.
Ecco, quindi, che l'altruismo si trova ad essere spogliato dei suoi connotati utopici per riprendere il proprio ruolo di sentimento immediatamente umano, spontaneo e fondante. Gli egoisti, continua il maestro, non sono più felici – né più realisti – degli altruisti, semplicemente perché non lo sono affatto, perché la loro smania di pensare solo a se stessi corrode e mina il pilastro stesso della felicità: la condivisione.
Ma perché, allora, non viviamo in un mondo dominato dall'altruismo?
Semplicemente perché non siamo allenati alla compassione, perché riteniamo che le gerarchie di valori che regolano la società del libero mercato non possano essere modificate, sovvertite, migliorate. Continuare a misurare il benessere attraverso la crescita della ricchezza e del prodotto interno lordo significa guardare la realtà in modo pigro, negandosi la possibilità di comprendere che l'altruismo non è solo la via più giusta per raggiungere la felicità, ma è soprattutto la più conveniente.
È in questo passaggio che Ricard demolisce un altro pregiudizio sciocco e carico di conseguenze devastanti: "Dobbiamo accettare il fatto che, al pari del corpo, anche la mente ha bisogno di allenarsi a stare bene, di familiarizzare con l'altruismo, la compassione e la felicità". Non siamo altruisti o egoisti per indole. Lo siamo per disabitudine alla meditazione. Perché siamo soliti misurare il benessere attraverso parametri temporali statici, calibrati sul futuro prossimo, e non riflettiamo mai su ciò che potrebbe capitarci se cominciassimo occuparci di luoghi e tempi e persone che sono ancora lontani nel tempo, ma il cui futuro dipende da noi.
Dobbiamo coltivare il nostro amore per il prossimo, conclude Ricard, "dobbiamo lasciare che l'amore si appropri della nostra mente, della nostra stessa natura". La meditazione sull’amore rende più forti, tempra il corpo, rafforza i legami, elimina l’ansia. In breve, fa bene a noi e alla nostra specie. A provarlo, qualora ce ne fosse bisogno, non ci sono delle impalpabili speculazioni filosofiche ma degli approfonditi studi scientifici.
La VI edizione di Torino Spiritualità non poteva avere un inizio più illuminante.

sabato 11 settembre 2010

TMF

Dal forum pensieri di Millennium Member

Naturalmente ognuno ha un proprio giudizio di eccellenza e nessuno può sindacare su questo, il fatto che poi alcuni cantanti abbiano ancora successo nonostante le canzoni non siano più così decenti non si può spiegare se non col fatto che di lucidità nel giudizio musicale c'è poco (si associa il cantante a qualcosa di bello e via le orecchiette).
Riguardo al caso zecchino d'oro è un concorso per bambini dove loro non devono fare altro che cantare... i talent è gente che in buona parte nel mondo della musica ci bazzica da anni, suona strumenti, ha un gusto musicale proprio (non mi pare che tirare in ballo una cosa del genere a paragone abbia senso).
Se guardiamo già solo le Yavanna che hanno una competenza musicale superiore agli scorsi concorrenti di x factor (loro sono un caso limite certo) come si può pensare di non metterle a confronto con tutto il panorama musicale?
Nessuno di quei talent è più un bambino (se si fanno trattare come tali dalle case discografiche peggio per loro), perchè deve essere messo in secondo piano rispetto al mondo musicale?
Le Yavanna non sono quattordicienni a cui impongono una canzone, hanno provato a farlo le case discografiche e loro intelligentemente hanno deciso di farne a meno perchè non hanno intenzione di essere marionette al loro livello artistico (e qui non è arroganza, è coscienza del percorso che vogliono fare... cosa che pochi talent hanno, amici di maria in primis che pensano a fare spesso più successo che arte ma raccoglieranno ciò che hanno seminato)... a trattarle come delle bambine non ci penso proprio sono tre Artiste e Donne.
A questo mondo c'è chi vuole fare il Dipendente sperando un giorno di arrivare in alto e chi fa l'Imprenditore ed è disposto ad andare avanti a "pan e siula" (cit.) perchè ha un sogno, entrambe possono raggiungere i propri scopi ma la differenza stà nel chi ha veramente carattere.
Per quanto riguarda gli utenti del forum è naturale che non stò generalizzando e l'ho anche scritto (i fanatici era rivolto a chi hai pure sottolineato tu), io ho voluto tirare su la questione perchè mi sembra avvilente trattare queste persone come di serie B rispetto a tutto il resto.

mercoledì 8 settembre 2010